Si è svolto a Caserta nei giorni 16 / 17 / 18 Ottobre 2015 l’incontro nazionale su questo tema così importante per il nostro movimento. Baden Powell, il fondatore dello scoutismo, diceva “L’educazione non finisce mai!” Ed è su questa idea che più di 500 adulti scout, provenienti da tutte le regioni italiane, si sono confrontati attraverso dibattiti, interventi, chiacchierate, testimonianze e laboratori, dopo aver affrontato all’interno delle loro Comunità e in macro-regioni e zone i temi proposti dal Consiglio Nazionale su questo specifico argomento.
Personalmente ho trovato questa esperienza veramente interessante e coinvolgente per due motivi: il primo è stato quello di verificare se il lavoro che stiamo portando avanti a livello regionale è ben inserito nel contesto generale del movimento (Educare alla Pace è il tema che abbiamo affrontato in questi ultimi mesi nelle comunità S. Anselmo e San Bernardo attraverso incontri e attività con vari operatori di altre associazioni che si occupano di questi problemi, come la “Scuola di Pace” di Aosta, il corpo nonviolento “Operazione Colomba” che opera anche in Palestina, l’associazione “Baobab” che vuole riunire ed aiutare gli africani che vivono in Valle, compresi gli immigrati appena arrivati.)
- Il secondo è stata la gioia di rivedere tanti amici con i quali ho “fatto strada” fin dal 1975. Ma la cosa bella è anche incontrare tante altre persone che testimoniano giorno per giorno i valori nei quali tutti noi crediamo, perché la Legge e la Promessa Scout sono una scelta di vita e non aride parole. Mi ha profondamente toccato la testimonianza di Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, voce del popolo inquinato nella “terra dei fuochi”. “Educare è cosa del cuore, vuol dire far toccare con mano la verità, mentre la vera bugia è togliere la speranza. Come si è fatto nella nostra terra, perché si vuole che certi luoghi restino ghetti, che la gente resti lì, emarginata e avvelenata” ha detto in un intervento appassionato.
Altri momenti forti sono state la cerimonia di apertura con la croce fatta con due pezzi di legno trovati sulla spiaggia di Lampedusa dove un barcone di immigrati si era schiantato, e la deposizione della terra proveniente da tutte le regioni italiane nel grosso vaso contenente “l’Albero dell’Impegno” (che verrà piantato a fine convegno presso la sede della Comunità “Scafati 2” di Salerno) a testimoniare che tutti ci dobbiamo impegnare: noi e non gli altri, come diceva Don Primo Mazzolari, “perché noi crediamo all’amore, la sola certezza che non teme confronto, la sola che basta per impegnarci perpetuamente”. PAOLA ASIATICI